Come funzionano le barche dell’America’s Cup
Questi bolidi del mare seguono lo stesso principio che utilizzano gli aerei per volare. Infatti, le sezioni dei foil sono “a goccia”, perché ricalcano l’aerodinamica delle ali di un aeroplano. «Per librarsi sulle onde», prosegue Tagliapietra, «alle AC75 è sufficiente un vento relativamente blando, in media attorno agli 8-10 nodi, che però è in grado di innescare uno scambio di forze che consente la transizione dalla condizione di navigazione classica a quella di “volo”».. In pratica, si passa dalle forze idrostatiche che regolano il galleggiamento di un qualsiasi corpo immerso nell’acqua, a quelle idrodinamiche che caratterizzano la fase di volo. È però con un vento di 15-20 nodi che le AC75 danno il meglio di sé, riuscendo a viaggiare costantemente sopra ai 40-45 nodi (75-85 km/h), con picchi teorici di 55 nodi (più di 100 km/h). Per volare, è fondamentale anche il timone: «Anch’esso è dotato di un’appendice orizzontale chiamata elevator, che serve a bilanciare le forze verticali e a stabilizzare la navigazione, un po’ come accade con la coda degli aerei»..